30/01/2007
Nell’incontro di
ieri a Cefalù, promosso da Sosvima, tra gli stati generali del
territorio, duro attacco alla programmazione regionale 2007-13. Dalle
Madonie un documento al Governo Cuffaro per aggiustare il tiro
Il Por nemico delle aree interne
Parte da Cefalù
l’attacco al documento di programmazione strategica 2007-13 predisposto
dal Dipartimento regionale. Gli stati generali del territorio madonita
convocati presso l’aula Cagnoni del Seminario Vescovile di Cefalù ieri
dalla Sosvima ha aperto il fronte contro il Por Sicilia tacciato di
privilegiare le aree metropolitane.
L’incontro è avvenuto
presso l’aula Cagnoni del Seminario Vescovile di Cefalù
e
ha visto la partecipazione di gran parte dei Sindaci delle Madonie,
degli assessori provinciali Gandolfo Miranti e Nino Salerno, del
presidente del Parco delle Madonie, Massimo Belli, del senatore Bartolo
Fazio e degli onorevoli Franco Piro e Franco Cantafia. Da notare,
inoltre, anche la presenza del Capo della segreteria tecnica
dell’Assessorato al Territorio e Ambiente, Giuseppe De Santis.
"Sembra che questo
documento ", sottolinea il
presidente di Sosvima Alessandro Ficile, "
sia stato scritto da persone che non conoscono la Sicilia. La coesione
sociale, territoriale e ambientale non si forma facendo leva soltanto
sulle aree metropolitane, bisogna concentrarsi anche sulle aree interne,
altrimenti le piccole realtà come la nostra non avrebbero ragione di
esistere. Ritengo, dunque, opportuno aumentare la nostra azione
pressante nei confronti del Governo Regionale, al fine di valorizzare le
nostre coalizioni e di portare avanti tutto quello che abbiamo costruito
in questi anni".
Sulla stessa lunghezza
d’onda si pone anche l’assessore provinciale Gandolfo Miranti.
"Ritengo che dal punto
di vista strutturale", spiega
Miranti,"tutte le perplessità
sul documento siano fondate. Si ha la sensazione che quelli che erano
gli strumenti per portare avanti l’intero territorio siano stati
sostituiti da maggiori interventi a favore dei grossi centri".
Di parere opposto è
invece il pensiero di Giuseppe De Santis, che sostiene che
"il ciclo
delle politiche di sviluppo locale è finito"
e che"occorre
formare un nuovo ciclo di politiche locali piuttosto che criticare i
contenuti del documento e l’operato della Regione".
Tra le varie soluzioni
possibili proposte durante il dibattito, ci sono sicuramente da tenere
in grande considerazione quella suggerita dall’onorevole Cantafia"di
considerare i piccoli comuni come soggetti di medio rango, al pari dei
capoluoghi di provincia"
e quella sollecitata dall’onorevole Piro"di
valorizzare le agenzie di sviluppo locali favorendo un loro maggiore
radicamento nel territorio".
Alla fine dell’incontro si è deciso, all’unanimità, di presentare un documento di protesta al Governo Regionale, in modo da indurlo a rivedere se non proprio tutto, almeno una parte consistente del documento.
Mauro Sarrica - 30 gennaio 2007 - |