Forse più che sulla scelta, la valutazione
andrebbe fatta sul modo col quale è stata operata.
Penso che sia davanti agli occhi di tutti i
siciliani il fatto che il centrodestra, mentre si
sforzava di ostentare una visione granitica del
proprio schieramento, abbia dovuto faticare non poco
per giungere a questa candidatura e penso che i
siciliani debbano riflettere - e lo sanno fare bene
- sul fatto che da un giorno all'altro chi si
dichiarava irriducibile avversario di Lombardo e di
Cuffaro, si sia allineato a questa soluzione. Tutta
questa vicenda, che ha catalizzato per settimane
intere l'attenzione di tutto il Paese sul “caso
Sicilia”, ha secondo me mostrato tutta la debolezza
del centrodestra, con molte fughe in avanti,
personalismi più o meno accentuati e quotidiane
rivendicazioni.
Per il resto, non amo – e non lo farò certo adesso –
dare giudizi sugli avversari, specialmente quando si
corre il rischio che questi vengano interpretati
come giudizio sulla persona che, sempre ed in ogni
caso, merita il massimo rispetto di tutti. Sulla
candidatura infine dell'On.le Lombardo mi sento di
poter usare come modello la stessa espressione che
qualche giorno fa l'ex Presidente Cuffaro ha usato
sull'edizione di Repubblica-Palermo a proposito di
Anna Finocchiaro: “Lombardo, a mio parere, potrebbe
essere il miglior candidato possibile per il
centrodestra, ma non è detto che sia destinato a
vincere”.
2. Da più parti si dice che a Cefalù il Partito Democratico è nato diviso. Gli ex Ds sono stati alleati della prima ora del sindaco Guercio, e fino a qualche giorno fa sedeva in giunta un loro rappresentante. La compagine ex Margherita, invece, si trova all’opposizione. Il PD non avrebbe dovuto unire piuttosto che dividere? E come mai, alla luce della nascita del nuovo soggetto politico, le divisioni anzichè sanarsi sono state accentuate? Ci vengono in mente le primarie di qualche settimana fa.
Non può disconoscersi che a Cefalù, così come in qualche altra realtà territoriale, il percorso di costituzione del Partito Democratico sia stato più travagliato che altrove. Sicuramente, hanno pesato le divisioni registratesi tra DS e Margherita nel corso delle elezioni amministrative del 2007. Detto ciò, deve rilevarsi come la base del nuovo Partito, chiamata ad esprimersi attraverso percorsi che hanno assicurato il massimo del coinvolgimento e della partecipazione, ha manifestato in maniera chiara ed incontrovertibile la propria indicazione. Oggi, anche a Cefalù, il Partito Democratico è legittimamente costituito, e, attraverso i suoi organi, sarà in grado di esprimere una linea politica inequivoca.
3. Le malelingue dicono che il sostegno dell’ex Margherita al candidato sindaco Curcio è stato flebile e poco incisivo. In tutta onestà, pensa che con un’azione più incisiva ed con un partito più presente le cose sarebbero andate diversamente?
Il sostegno alla candidatura del Dottore Curcio è stato pieno e leale. Il Partito si è speso per quel che ha potuto, in una situazione difficile, con una spaccatura nel centro sinistra che la componente dell’ex Margherita ha, in buon parte, subito. Certo, rimane il rammarico per quelle poche decine di voti di scarto rispetto alla soglia del 50%. Ed il rammarico è ancora più grande se si considera la grave crisi in cui versa la Città, con una Amministrazione che ogni giorno che passa non sembra più in grado di assicurare la necessaria svolta.
4. L’assessore Scancarello è, come Lei, originario di Geraci Siculo. Avete condiviso per diversi anni la stessa linea politica nella corrente di Capitummino. Come valuta l’azione politica dell’assessore Scancarello a Cefalù?
A Franco Scancarello mi lega amicizia e stima personale basta ricordare tra le altre cose che è stato mio assessore nella 1° Giunta che guidai a Geraci nel 1980. Di li a poco le nostre strade si sono separate soprattutto a seguito della sua adesione all’UDC. Egli ha continuato l’impegno nel suo partito e, come è umano, qualche scelta da lui operata in politica non sempre è stata felice. Una di queste riguarda certamente la vicenda di Cefalù dove da artefice di quell’accordo elettorale che ha permesso di eleggere a Sindaco il Dr.Guercio oggi mi pare quasi costretto a dover rassegnare le dimissioni perché in contrasto con pezzi della stessa maggioranza. Penso che più di qualcosa non abbia funzionato in questa esperienza. (NDR: Al momento del rilascio dell'intervista, l'assessore Scancarello non si era ancora dimesso)
5. Tra poco si tornerà alle urne per le elezioni politiche. E’ fin troppo evidente il malcontento della gente nei confronti della politica. L’eliminazione della preferenza dalla legge elettorale non è sintomo di democrazia compiuta. Chi difende questo sistema sostiene che se sono i partiti a decidere i candidati, non vi è rischio di ritrovare in lista soggetti poco lindi e di scarsa affidabilità. In realtà la storia recente smentisce clamorosamente questo assunto. Si tratta di un sistema che allontana il candidato (specie quelli che si trovano ai primi posti della lista) dalla gente e lo rende quasi etereo. Ritiene di aver sofferto questo effetto?
A proposito delle liste bloccate, chi, anche
attraverso il mio sito
www.bartolofazio.it , segue la mia attività
politica ed i miei interventi parlamentari sa che
sono stato tra i pochi che, senza mezzi termini, ha
fatto una vera e propria battaglia per chiedere la
reintroduzione della preferenza nominale. Con i
colleghi Rossi, Molinari e Bruno ho infatti
sollecitato più volte al Senato una corsia
preferenziale per quella che ritengo essere,
nell'ambito della riforma elettorale, “la madre di
tutte le priorità”: restituire agli italiani il
diritto di scegliere un nome che, come democrazia
vuole, deve avere le stesse opportunità di vittoria
e di sconfitta di tutti gli altri componenti la
lista.
Per quanto riguarda la seconda parte della domanda
ritengo di poter dire questo: non credo che si possa
arrivare a parlare di sofferenza. Non c'è dubbio,
però, che essere ai primi posti della lista impone,
dopo l'elezione, un impegno ancor maggiore se si
vuol continuare a fare del costante e corretto
rapporto con il territorio ed il proprio elettorato
il fondamento della propria attività politica. Che è
poi quello che ho cercato di fare in questa mia
breve esperienza parlamentare nonostante le mille
difficoltà ed il tempo limitato dettato dalla
particolare situazione del Senato.
6. Anna Finocchiaro, candidata del PD alla Presidenza della Regione. Negli anni passati si è avuta quasi la sensazione che il centrosinistra temesse di poter vincere le elezioni in Sicilia e per questo proponesse candidati, chiamiamoli “leggeri”. La candidatura della Finocchiaro è un segnale in contro tendenza. Merito delle segreterie regionali o spira forte il vento del veltronismo?
Ha ragione. Il centrosinistra per oltre un
decennio ha deciso di abdicare al governo della
Sicilia. Con amarezza riconosco che l’isola per
lungo tempo non è stata nelle attenzioni della
classe dirigente nazionale dei nostri partiti con la
naturale conseguenza che le competizioni elettorali
che man mano si sono susseguite hanno dato
l’impressione di semplici battaglie di
testimonianza.
Oggi la candidatura di Anna Finocchiaro è certamente
in controtendenza rispetto al passato; è una
candidatura autorevole e possiede ottime chances per
la vittoria.
7. Da qualche anno, il centrosinistra ha inaugurato la celebrazione delle Primarie per scegliere i propri candidati. In realtà, spesso si è trattato di formalità o perchè i candidati presentavano spessore politico troppo eterogeneo, o a causa di liste bloccate. Le Primarie possano essere un valido strumento di democrazia, se esercitato nella maniera opportuna. Negli Stati Uniti è normale che un elettore repubblicano abbia la possibilità di votare il candidato democratico. In Italia, invece, votare per le Primarie è una prerogativa di chi è già elettore di quella coalizione che le celebra. Insomma, si tratta di un congresso allargato. Auspica, un modello più americano?
Le primarie, introdotte da qualche anno nello
schieramento di centrosinistra ed utilizzate di
recente dal PD per creare il partito, pur con
qualche errore e forse anche con qualche
contraddizione, hanno sicuramente contribuito ad
avvicinare la gente alla politica; ma questo è
frutto, appunto, del fatto che stiamo parlando di
una forma di consultazione indetta per libera scelta
e non per obbligo di legge.
Per il resto, essendo tra quanti continuano a
credere nel ruolo insostituibile dei partiti, non mi
iscrivo tra i fondamentalisti delle primarie ossia
di chi ritiene che si debba far sempre ricorso a
questo strumento anche quando si tratta di operare
scelte che, anche attraverso il quotidiano lavoro
svolto dalle rappresentanze di partito, appaiono già
ampiamente condivise. Rischieremmo in tal modo di
ingessare, o quantomeno, aggravare ogni procedimento
di scelta, per avere magari lo stesso risultato.
Altra cosa, ovviamente, per quanto ho detto sopra,
se le primarie diventano anche da noi uno dei tanti
momenti della consultazione elettorale.